venerdì 18 luglio 2008

LA CITTA' IN VENDITA

La configurazione urbanistica delle città è sempre stata determinata dalla struttura economica. Ciascuna di esse riceveva riconoscibilità dal contesto naturale, dalle caratteristiche delle produzioni che vi si svolgevano e dalla cultura individuale e collettiva che vi si esprimeva.
La fase attuale di globalizzazione sta progressivamente cancellando le specificità. Le produzioni avvengono in ogni angolo del mondo e la struttura commerciale di tutte le aree urbane si sta rapidamente omologando. Nascono ovunque centri commerciali identici per forma e per offerta di beni di consumo. Le periferie si assomigliano sempre di più. Dalle periferie l'aggressione sta investendo i centri storici, e cioè quelle parti delle città in cui più elevata e preziosa era l'identità dei luoghi. Sottoposti a una pressione turistica senza precedenti, i centri antichi si orientano a soddisfare la domanda che ne consegue. Ed è così che artigiani e residenti scompaiono, sostituiti da negozi e megastore che potrebbero trovarsi in qualunque altro posto del mondo.
Roma ha un centro storico unico, un luogo di grande fascino che traeva la sua caratteristica dall'equilibrio tra i ceti sociali che vi abitavano e il tessuto artigianale urbano.
A Roma l'urbanistica è stata abbandonata: la "valorizzazione" dell'Ara Pacis e il parcheggio del Pincio sono solo gli aspetti più eclatanti dell'abbandono di una visione unitaria dei processi di trasformazione urbana. Di un'idea di città e del suo nucleo storico.

Il grido di allarme riguarda ormai tutta l'Italia. Il vero enigma è come mai un popolo evoluto dissipi contemporaneamente due patrimoni straordinari: i suoi centri storici, le sue città antiche (anche le meglio conservate) e la campagna circostante, l'ambiente, il paesaggio.

Proprio nel Bel Paese, o in quanto resta di esso, non possiamo e non dobbiamo assolutamente rassegnarci a tanta rovina, figlia della più incolta cultura dello sfruttamento, di una finta modernità, in realtà tutta affaristica e dissipatrice di di quel patrimonio comune rappresentato dall'ambiente urbano e dal paesaggio che lo circonda e senza il quale anche le città antiche più belle si spengono. Nel grigiore del cemento.

1 commento:

Francesco Vitiello ha detto...

Bravi! Solo oggi (28.11.2008), anch'io sto pubblicando un invito a leggere il libro di Berdini, appena finito di leggere. Il mio blog (incentro.blogspot.com) è focalizzato sul problema del caro-affitti del centro storico di Lecce (sono uno scultore intagliatore di pietra sfrattato nel 2003). Volevo recensire anche "Fare città" di Cellamare (ma voi mi avete anticipato anche in quello). Vi leggerò a fondo, magari si potrà collaborare in futuro. Buon lavoro.