Adesso come allora. Come ai tempi de La speculazione edilizia di Calvino (1957). Una nuova colata di cemento si abbatte sull’Italia, a partire dalla Liguria. La febbre del mattone non conosce ostacoli perché raccoglie consensi trasversali, e al diavolo il paesaggio. Chi può, se ne va ai Caraibi. Castelli, ex fabbriche, conventi, colonie, ex manicomi, ospedali: tutto si può “riqualificare”, parola magica che nasconde ben altro. Politici locali e nazionali, di destra e di sinistra, imprenditori, alti prelati, banchieri, siedono contemporaneamente in più consigli di amministrazione e si spartiscono cariche pubbliche, concorsi, appalti, finanziamenti.Allo scopo servono anche associazioni culturali o in difesa dell’ambiente, appuntamenti gastronomici, feste e premi. Controllori e controllati spesso sono la stessa persona, famigliari o amici fidati.“Fare sistema” da queste parti vuol dire costruire una rete sul territorio che non lascia spazi a chi non è della partita. In nome degli affari.
Liguria - Italia. Perché quello che sta accadndo in una regione dice tanto dei mali dell'intero Paese. Perché tirando i fili del potere si scopre che in Liguria, e in Italia, si è formato un partito unico trasversale, che va da sinistra a destra. Uno schieramento che governa ogni genere di attività, dall'edilizia alla Sanità, in base a regole non sempre chiare e condivise. Perché qui oggi si comincia a mettere in discussione la Santa Alleanza tra il sistema politico, quello finanziario e gli imprenditori del mattone.
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