Nell’ambito del Consiglio di quartiere
aperto richiesto dal Comitato San Salvi chi
può, il 9 ottobre si è svolto nella sede del Q2, a Villa Arrivabene,
l’incontro con i consiglieri eletti per affrontare il problema del destino
dell’area di San Salvi, la cui rilevanza interessa fortemente gli abitanti non
solo del quartiere ma dell’intera città.
Nella prima parte della seduta sono intervenuti i portavoce del nostro Comitato e del Coordinamento salvare
San Salvi, formulando concrete proposte inerenti
:
·la
salvaguardia del Parco di San Salvi,
·l’integrità
architettonica e strutturale dell’ex complesso ospedaliero,
·la
proprietà pubblica del Parco e la sua destinazione ad uso collettivo e sociale,
Queste scelte, dettate dal semplice buon senso dei
cittadini, sono da tempo minacciate da ben noti progetti di lottizzazione e di
smembramento di funzioni previsti dal Piano Urbanistico (P.U.E.) del 2007. Tutto
ciò in aperta violazione del vincolo monumentale (d.l. 490/90) relativo al
mantenimento della morfologia architettonica dell’ex complesso ospedaliero,
nonché al pregiato carattere unitario del complesso e del parco storico che ne è
il complemento esterno.
In merito a questi temi, si attendeva una posizione del Consiglio che
prendesse atto delle approfondite argomentazioni presentate dai cittadini. Grande è
stato lo sconcerto nel constatare che la maggioranza del consiglio - di area
PD - ha risposto eludendo tali sollecitazioni, con accenti evasivi e
superficiali.
I consiglieri del PD hanno preferito aderire acriticamente alle scelte,
da molti cittadini ritenute inaccettabili, della Giunta comunale, come la
riconferma del Piano Urbanistico (P.U.E.) del 2007, nel quale sono già previste le residenze
di lusso nell’area di San Salvi.
La Giunta comunale era “ben” rappresentata, nel suo indirizzo più
autoritario e unilaterale, dall’assessore Meucci, invitata dal presidente
Paolucci, a presiedere, in un ruolo improprio, lo stesso Consiglio
aperto: ci sembra inaccettabile agitare lo spauracchio della crisi
per dilapidare il patrimonio pubblico. Unica eccezione il consigliere di Sel, Braccaloni, che, con una mozione poi respinta dalla
maggioranza PD, si è fatto portavoce delle istanze sollevate dai cittadini.
Prendiamo atto anche di alcune prese di posizione in difesa della funzione
pubblica di San Salvi provenienti dalle file
dell’opposizione.
Di fatto un Consiglio “aperto” solo
formalmente, in realtà chiuso all’ascolto dei problemi denunciati dai cittadini,
peraltro da lungo tempo presenti nel dibattito pubblico, quali il degrado del
tessuto socio-culturale e l’evolversi di modelli urbani e di comportamenti
dell’amministrazione comunale sempre più insostenibili, che ignorano totalmente
il ruolo attivo e propositivo dei cittadini nella costruzione di una città più
giusta e più vivibile.
Ancora una volta, dunque, il consiglio
del Q2, e la sua maggioranza di
centro-sinistra, è venuto meno al ruolo democratico di rappresentanza della
comunità cittadina di
riferimento.
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