Comunicato stampa
SPAZI LIBERATI -
Toscana specchio d'Europa. Lotte locali e proposte dal basso
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“Se le strade
cambiassero di nome, un bel giorno tutt'a un tratto...”
Non è la canzone di Paolo
Pietrangeli, che voleva trasformare Corso Umberto in Karl Marx Strasse,
ma è la “geniale” proposta di Ferragosto del Sindaco di Firenze, che, in
preda ad un nuovo sussulto numerico, questa volta ha deciso di
rinominare 100 strade di Firenze.
Mentre per l'ennesima estate
cerca in ogni modo di farsi spazio nella politica nazionale a colpi di
battute rottamatrici e comparsate nelle ex Feste dell'Unità, Renzi,
forse consapevole di non avere molte possibilità di diventare il
prossimo Presidente del Consiglio, comincia a ripiegare sui temi
cittadini.
E' infatti di qualche giorno
fa la dichiarazione “fare il Sindaco e il leader nazionale è
compatibile”. Il che per molti fiorentini suona un po' come una
minaccia. Soprattutto dopo l'ultima sparata sui 100 nomi di strade da
rinominare. Tra l'altro il regolamento per la toponomastica all'articolo
11, che Renzi considera carta straccia, impedisce “cambi di nomi di
strade per non recare disagi ai cittadini”.
Conosciamo bene la vena
pubblicitaria che contraddistingue le sue operazioni anche in ambito
cittadino (la ricerca della Battaglia di Anghiari nel Salone dei
Cinquecento, la ripresentazione del progetto di Michelangelo per la
facciata della Basilica di San Lorenzo), ma con la trovata dei nomi
delle strade da cambiare, Renzi supera se stesso tentando di mettere in
pratica un'operazione pericolosa per la memoria e l'identità della città
e dannosa sul piano economico per i gli abitanti e per le casse del
Comune.
Intanto è tutto da dimostrare
che, come assicura il Sindaco, il cambio di nome non comporterebbe
nessun aggravio per i residenti sia per i documenti di identità che per i
contratti di fornitura di servizi come la luce e l'acqua. Consideriamo
che i documenti da aggiornare a carico dei cittadini sono anche altri:
il conto corrente postale o bancario, la tessera sanitaria, le
assicurazioni, la parte relativa alla telefonia mobile etc.
Ammesso anche che un
passaggio di questo tipo possa essere a costo zero per chi vive nelle
vie interessate dal cambiamento, il che è praticamente impossibile, il
Comune ci rimetterebbe comunque dal punto di vista dei costi che
un'operazione che coinvolge 100 strade andrebbe a generare. E' questo
che vogliamo da un Comune in tempi di crisi economica e sociale e tagli
ai servizi? Quando gli enti pubblici dicono di non essere in grado di
gestire servizi essenziali come il trasporto pubblico locale,
l'assistenza ai disabili e gli asili nido?
Ma, oltre al lato puramente
economico, la trovata renziana è inaccettabile dal punto di vista del
danno che andrebbe a creare all'identità di Firenze e dei suoi
cittadini. Chi può decidere se abbia ancora senso chiamare una via con
il nome di una città piuttosto che di uno Stato? Per quale ragione la
città di Firenze dovrebbe privarsi dei nomi di strade o di piazze che si
sono sedimentati nell'identità collettiva per far posto a nomi di
personaggi famosi, da poco scomparsi, vivi nel ricordo delle persone ma
che andrebbero a cancellare parte della storia della città?
Di solito i nomi delle strade
cambiano quando ci sono dei cambi di regime. Ecco perché i viali di
circonvallazione, originariamente dedicati ai Savoia, sono stati
intitolati a dei martiri dell'antifascismo. Ma quale può essere il senso
di una “ri-denominazione” di massa se non quello di una trovata
pubblicitaria e una palese opera di rimozione di identità e memoria
collettiva?
Il senso lo dà l'intento di
cancellare strade come Via Tripoli o Piazza Adua. Certo, come dice lo
storico Cardini, la battaglia di Adua “fu l'inizio di un'avventura
coloniale disastrosa”, ed è proprio per questo, mentre per lui e per
Renzi andrebbe cancellata, che non va dimenticata, perché ricorda una
pagina disastrosa della storia del colonialismo italiano.
Tra le strade non meritevoli
di esistere ci sarebbero anche quelle che si chiamano con nomi di Stati
che non ci sono più, un tempo appartenenti al blocco socialista e solo
per questo da cancellare dalla memoria e dalla Storia, a partire dalla
toponomastica: Via Unione Sovietica, Via Jugoslavia, Via Cecoslovacchia.
Insomma, nei giorni di
Ferragosto senza altre possibilità di visibilità, Renzi come Re Sole
annuncia una decisione che ha già preso da solo e la comunica alla città
a mezzo stampa, evitando come al solito qualsiasi tipo di confronto.
Ancora una volta ci propone una politica fatta di spot senza considerare
le reali conseguenze sui cittadini.
Spazi Liberati è: Abitanti a
piede libero (PT), Associazione Pantagruel (FI), Comitato No Tunnel Tav
(FI), Comitato contro la terza corsia Firenze-Mare, Comitato contro la
privatizzazione di Ataf (FI), Comitato San Salvi chi può (FI), Comunità
delle Piagge (FI), Coordinamento comitati Ato Toscana centro, Fondo
etico e sociale delle Piagge (FI), Forum toscano dei movimenti
dell’acqua, Fuori binario (FI), l’Altracittà – giornale della periferia
(FI), Lo Sbertoliano (PT), Mag Firenze, Medicina democratica (FI),
perUnaltracittà – lista di cittadinanza (FI).
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