venerdì 7 dicembre 2012

Tra inchieste e sprechi SAN SALVI SCIPPATA AI CITTADINI


    Ancora in questi giorni, sul Corriere fiorentino, un articolo annuncia ai cittadini la vendita di S. Salvi con la stessa sbrigativa motivazione di sempre: i soldi servono per ricostruire Torregalli. Anni fa servivano per S. Maria Nuova… Insieme a San Salvi  sarebbero in vendita l’edificio dell’ex Bice Cammeo, in via Aldini, e parte del complesso di Santa Rosa in cui è in forse la permanenza del presidio sanitario, utilissimo nel quartiere, che si vorrebbe trasferire allo IOT sul viale Michelangelo (sic!).
        La ASL, il Comune e la Regione, pienamente d’accordo, non hanno mai uno straccio di argomentazioni più approfondite per giustificare la svendita di questi beni che non sono di loro proprietà, ma della intera collettività. E non hanno nemmeno il pudore di dare uno stop ai progetti insensati di strutture megagalattiche divoratrici dei soldi dei cittadini che chiedono anni per essere costruite e troppe rimangono incompiute.
        Nessuna autocritica sulla gestione rovinosa della sanità (le regioni, in particolare, risultano le maggiori responsabili dello spreco di danaro nel settore sanitario); nessuna analisi critica su come finiscono i grandi ospedali e sugli strumenti finanziari come il project financing moltiplicatore di costi (fino a 8 volte quello iniziale) che aziende sanitarie hanno utilizzato a gogò con impressionante leggerezza e incompetenza.
        Con il suo buco di 420 milioni, Massa insegna e forse è solo la punta dell’iceberg!
        Nonostante questo quadro, fra scandali e inchieste della magistratura, si continua a depauperare il patrimonio immobiliare con operazioni di svendita che favoriscono solo la speculazione e i privati, riducendo progressivamente i servizi. Da Monti a Marroni si sostiene che la sanità va ”ristrutturata al meglio” e il meglio si traduce nell’attacco all’assistenza sanitaria pubblica e al diritto alla salute.
        L’assessore Saccardi, intervistata in quell’articolo, ci tiene a dire che non c’è “nessuna sfrenata speculazione sull’area, ma solo riqualificazione per farla vivere dai cittadini…”. Sa cosa dice l’assessore quando afferma queste cose? Il degrado a cui fa cenno è opera deliberata delle istituzioni (*) e non saranno certo le nuove abitazioni a rianimare il luogo e a salvaguardare il Parco. Anzi ci sarà la corsa alle recinzioni, alla difesa della proprietà privata contro le possibili incursioni degli estranei. Se voleva rianimarlo poteva prendersi la briga di esaminare i tanti progetti di recupero su San Salvi  e  quello che è stato fatto in Italia degli altri ex manicomi. Si sarebbe resa conto che le potenzialità di  San Salvi sono tante e plurivalenti da poter aspirare ad essere un centro medico di eccellenza internazionale, a essere luogo di una intelligente riorganizzazione dei servizi sanitari a scala urbana e di quartiere; ad accogliere forme di edilizia sociale, di autorecupero, di cooperative edilizie con giovani operatori, alla riorganizzazione della colonia agricola, per la formazione di orti urbani e di un mercato contadino a disposizione del quartiere. Si potrebbero coinvolgere i cittadini nelle proposte affidando loro anche la gestione o la manutenzione del sistema del verde e degli spazi pubblici. Insomma San Salvi come Laboratorio di sperimentazione urbana a livello europeo con grande vantaggio sul quartiere e sulla città. Una riqualificazione vera e non la solita litania della svendita e delle nuove abitazioni inutili che degrada la zona, la strangola nel traffico e nell’inquinamento.
        Quanto al rispetto del Piano Strutturale a ”volume zero” (vedi allegato) nella misera proposta della ASL, l’assessore Meucci, anch’essa intervistata nell’articolo, dovrebbe leggerselo e farsi un po’ di conti prima di ripetere il mantra del Sindaco Renzi. Avrebbe delle belle sorprese.




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