HANNO
FRETTA DI SVENDERE E MASSACRARE UNO DEI PIU’ GRANDI PATRIMONI
PUBBLICI DELLA CITTA’.
L’ex
manicomio di San Salvi con il suo parco, un
bene culturale e uno dei luoghi simbolo della memoria cittadina, di
altissimo pregio ambientale e di notevole valore architettonico ,
grazie alla politica del governo Monti di svendita generalizzata del
patrimonio pubblico, al di fuori di ogni vincolo ambientale e regola
urbanistica ( non si richiede nemmeno una variante urbanistica per il
cambiamento di destinazione), e ai suoi convinti esecutori di
centrosinistra dal presidente Rossi, al sindaco Renzi, fino al
famigerato depauperatore del patrimonio ASL ed ex direttore generale
ora assurto all’assessorato regionale alla sanità, Marroni, verrà
in gran parte lottizzato e trasformato in residenze di lusso.
Così un
complesso con grandi potenzialità di recupero sociale e
ambientale, strategico per migliorare l’assetto urbanistico e le
condizioni di vita dei cittadini, viene gettato, in pasto alla
speculazione privata, destinandolo all’ennesimo incremento del
mercato abitativo privato, già saturo di case sfitte e invendute, di
cui la nostra città non ha minimamente bisogno; mentre essa
necessita, per contrastare il degrado civile e sociale, di nuovi
centri di aggregazione e relazione urbana e di servizi di quartiere,
di cui proprio San Salvi, per strutturale conformazione, costituisce
un contenitore ideale.
Una
vocazione pubblica, suscettibile di sapienti trasformazioni coerenti
con la memoria del luogo e con la valorizzazione e fruizione
collettiva del parco storico, obiettivi totalmente incompatibili
con la sua estesa privatizzazione, con il carico urbanistico di 200
nuovi appartamenti e il conseguente aumento di flussi di mobilità
che investiranno inevitabilmente il parco e tutta l’area
circostante.
A nulla,
dunque, sembra valso l’impegno di anni della cittadinanza, la
raccolta di migliaia di firme per scongiurare un uso improprio di San
Salvi, la tensione partecipativa e propositiva di comitati,
università e associazioni. La parola d’ordine è vendere tutto ciò
che lo stato possiede, il pretesto, la procurata violenta crisi
finanziaria, atta a convincere che solo così si possono garantire
alcuni servizi e risanare il debito, anche se quasi vent’anni di
svendita del patrimonio pubblico, hanno dimostrato come essa è
servita solo a ingrassare la rendita e arricchire i “furbetti”,
a scapito della collettività e senza alcun beneficio per il bilancio
statale.
NO, NON CI STIAMO
CONTINUEREMO A LOTTARE CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI PEZZI DELLA NOSTRA CITTA’, CONTRO LA SVENDITA DEL NOSTRO PATRIMONIO STORICO, CULTURALE E AMBIENTALE.
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