giovedì 13 ottobre 2011

SOLIDARIETA’ ALLA LOTTA CONTRO LA CHIUSURA DE “LE CIVETTE”


12/10/2011
Il Comitato S. Salvi chi può esprime la più profonda solidarietà alla lotta che familiari, ospiti e lavoratori della RSA “Le Civette”, appoggiati dall’organizzazione sindacale CUB Sanità e da altre Associazioni, conducono contro la chiusura della struttura, immotivatamente e cinicamente decisa dalla ASL fiorentina.
Il modus di operare della ASL anche in questo caso non si smentisce: interventi costosi per portare una struttura all’eccellenza, farne il fiore all’occhiello, il modello per ogni RSA che ambisca alla certificazione di qualità, e poi dismetterla e destinarla, se mai sarà destinata, ad un uso diverso per cui occorreranno altri interventi non a costo zero. Fai e disfa sembra il leit-motiv della Dirigenza ASL, senza tener conto degli anziani e pazienti lungodegenti, trattati come pacchi postali da spostare di qua o di là in barba al “vincolo della territorialità”, e dei lavoratori, nel caso specifico 73, messi di fronte all’incubo del licenziamento senza un preavviso o un piano di reinserimento lavorativo.
A richieste precise sulla motivazione del provvedimento, viene invocata una generica riorganizzazione sanitaria sui cui principi e finalità si glissa o ci si contraddice o addirittura si contesta il diritto (Legge 241) del cittadino all’informazione. Ciò che è evidente e pesante sono le numerose spese senza senso e il grandissimo disagio psichico e fisico per le persone direttamente coinvolte; tutto il contrario delle finalità di prevenzione e cura a cui l’ASL, per sua natura, è tenuta e a cui apertamente viene meno.
La lotta unitaria che familiari, ospiti, lavoratori hanno immediatamente intrapreso organizzandosi dal basso insieme ad altre Associazioni e con l’appoggio della CUB Sanità è espressione della presa in carico in prima persona non solo dei propri problemi ma anche di quelli degli altri riaffermando il diritto al rispetto e alla dignità che la decisione dell’ASL ha calpestato.
La discussione e la soluzione non può dunque avvenire su tavoli separati ma insieme e attraverso un confronto diretto e democratico con le Istituzioni.

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