Ci risiamo! L’area di San Salvi ritorna al centro dell’attenzione della città perché, come riportato dalla stampa locale, l’ASL nei prossimi giorni ha dichiarato che presenterà al comune, cui spetta l’ultima parola in merito, il piano di riconversione dell’ex ospedale psichiatrico.
Negando la destinazione pubblica dell’intero patrimonio, l’ASL si appresterebbe a cedere il 60% della consistenza dei padiglioni a operatori immobiliari che potrebbero quindi realizzare lucrose residenze private di lusso proprio all’interno di San Salvi, sfruttando la straordinaria bellezza ambientale di tutto il complesso. La dirigenza dell’ASL si giustifica dicendo che in un periodo di vacche magre, come quello attuale, si vede costretta a vendere per poter completare l’ammodernamento dell’ospedale di Torregalli.
Naturalmente sarà il comune, ossia la giunta Renzi, a negoziare le richieste dell’ASL e a decidere sul futuro urbanistico dell’area. In questo senso il nuovo Piano Strutturale non promette niente di buono perché, pur riconoscendo l’esistenza di un Piano Urbanistico Esecutivo dell’area, quello del 2007 fortemente contestato da cittadini e comitati, sostiene che “che dovrà comunque tenere conto delle esigenze di ottimizzazione dei presidi ospedalieri coerentemente con un adeguato servizio al cittadino”, lasciando di fatto mano libera ai programmi di parziale privatizzazione proposti dall’ASL.
Non ci stancheremo mai di ripetere che il complesso di San salvi è un patrimonio collettivo che appartiene alla città tutta, una ricchezza che non può essere svenduta e offerta ai primi speculatori solo per far cassa, negando di fatto la costruzione collettiva della memoria storica e sanitaria inscritta proprio nella materialità dei luoghi. Immaginare usi che non possano essere ricondotti ad una fruizione pubblica dell’area, ad un suo progetto unitario di recupero, come peraltro impone il vincolo di tutela della Soprintendenza, ci sembra un grave oltraggio nei confronti dei luoghi e delle persone che in esso hanno vissuto e sofferto.
Recuperiamo, rivitalizziamo San Salvi, apriamola al quartiere e alla città, trasformiamo l’area in Parco di San Salvi, luogo di ristoro e incontro della cittadinanza, ma, per favore, evitiamo questo ulteriore scippo del patrimonio di tutti noi!
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In questo periodo di così grave sofferenza economica, che coinvolge non solo l’ASL ma i cittadini che si vedono limitare e condizionare il proprio diritto alla salute, ci sembra curioso, per esempio, che l’ASL abbia acquistato e ristrutturato senza gara d’appalto pubblica, spendendo più di 3 milioni di euro, una lussuosa villetta affacciata sul parco di Villa Il Ventaglio (Viale Volta) per ospitare nove pazienti psichiatrici quando, sempre nel Quartiere 2, avrebbe potuto recuperare proprio alcuni ambienti di San Salvi!
E che dire della prospettata vendita di un padiglione di San Salvi, che attualmente ospita persone con fragilità fisiche e psichiche che potranno essere sradicate e trasferite in periferia in un nuovo edificio da costruire e acquistare?
E che dire della recente revoca della Gara d’appalto pubblica per la ristrutturazione dell’edificio n. 28 in vista del parziale smantellamento del presidio socio sanitario di San Salvi?
E che dire, infine, ma non per ordine di importanza, della “riorganizzazione” dell’ospedale di Torregalli che prevede “la costruzione di un nuovo edificio ospedaliero in luogo di quello esistente”?
Si tratta di vera ottimizzazione?
Il Comitato SanSanlvichipuò proprio su questi temi ha organizzato il 13 novembre un importante convegno, di cui daremo massima pubblicità e in cui si confronteranno esperienze di recupero pubblico e non speculativo di alcune aree ex manicomiali italiane.
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