venerdì 26 settembre 2008

ACCADE A NOVOLI

IL MOSTRO DI FIRENZE [2]

Dopo aver saputo che il Multiplex di Novoli aprirà entro marzo, molti si sono chiesti: come è stato possibile avviare i lavori di un ennesimo, enorme centro polivalente in piena città, attraverso una semplice D.I.A. (Dichiarazione di Inizio Attività), la pratica con cui si permettono piccole ristrutturazioni negli appartamenti?
La consigliera comunale Ornella De Zordo di “Unaltracittàunaltromondo” ha presentato negli ultimi mesi diverse interrogazioni sulla vicenda segnalando varie irregolarità. Recentemente, di concerto con l’Associazione nazionale esercenti cinema (Anec), ha accusato l’Amministrazione di procedura illegittima nella concessione della DIA per il Multiplex: in pratica di aver concesso carta bianca ai costruttori.
Il ricorso alla DIA per nuove costruzioni è previsto dalla L.443/01 (e ancor prima dalla L.R. 52/99). Queste leggi però subordinano la DIA all’approvazione di un piano particolareggiato (o piano attuativo) che individui in modo approfondito i parametri planivolumetrici e le caratteristiche tecnico-costruttive dell’intervento.
Con la delibera C.C. 523/01 di adozione della Variante al Piano di recupero il Consiglio comunale assicurava che “lo strumento urbanistico attuativo di cui trattasi contiene precise disposizioni planivolumetriche, tipologiche, formali e costruttive”.
Una volta però che la consigliera De Zordo è andata a vedere le carte del “Piano attuativo” ha trovato un semplice schizzo fatto a mano, privo di misure e di qualsiasi riferimento tecnico.
Gli Uffici tecnici rispondono sostenendo che “il piano di recupero di Novoli, costituito da una ventina di elaborati grafici, aveva le caratteristiche richieste dalla legge”.

In realtà gli elaborati del cosiddetto Piano di Recupero si riferiscono a tutti gli interventi sull’ex area FIAT, escluso il Palazzo di Giustizia. Secondo la relazione la S.U.L. (Superficie Utile Lorda) per attività terziaria e direzionale di tutta l’area passa da mq. 102.000 a mq. 122.000.
Poiché i disegni sono costituiti da semplici schizzi a pennarello, senza misure e senza rapporto di scala, i conteggi riguardanti gli incrementi di S.U.L. non sono dimostrati e risultano generici.
Ora se la rappresentazione grafica “a schizzo” non si giustifica neppure per ciò che non è variato, risulta addirittura scandalosa se adoperata per l’oggetto della Variante (il Multiplex). Le caratteristiche di un Piano particolareggiato infatti sono dettate dalla normativa e non da un Consiglio Comunale, né è sufficiente dichiararne la conformità, come fa la delibera, per farlo esistere.
Dal complesso dei conteggi non solo non si può distinguere ciò che è variato da ciò che non lo è, non potendo di conseguenza dedurre l’entità del Multiplex, ma non si ricavano neanche le eventuali variazioni sul resto dell’area, poiché il dato dichiarato di SUL complessiva non si può dimostrare né localizzare.
Di fatto questa “Variante al Piano di Recupero” si configura più come una Variante urbanistica che come un Piano Particolareggiato.
E’ da considerarsi quindi illegittimo il ricorso alla DIA per autorizzare una costruzione la cui consistenza è sottratta a qualsiasi possibilità di valutazione da parte degli Uffici tecnici comunali.

Il Comune,
rinunciando a qualsiasi controllo
sull’operato dell’Immobiliare Novoli S.p.a.,
non ha forse eluso la legge?

QUESTA VICENDA
NON E' FORSE DI PER SE'
penalmente rilevante E GRAVE QUANTO BASTA
perché l’Autorità Giudiziaria intervenga
sequestrando il cantiere
e facendo piena luce su tutta la vicenda?

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