martedì 1 luglio 2008

Il Giardino delle Ex Scuderie Reali di Firenze

DA PARCO A PARCHEGGIO
Il giardino delle Ex Scuderie Reali è una vasta area verde facente parte del complesso monumentale compreso tra il Giardino di Boboli, il Viale Machiavelli e il rione del Bobolino. L’Architetto Giuseppe Poggi lo individuò come area di cerniera tra Palazzo Pitti e il Viale dei Colli, e questa opera coronò il riassetto urbanistico eseguito per Firenze capitale d'Italia.
Il giardino, di proprietà del Demanio dello Stato ed in consegna alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, rappresenta un prezioso spazio verde per la zona, nonostante da anni versi in uno stato di degrado e abbandono a causa della mancanza di manutenzione e all’uso improprio quale sosta per auto, furgoni, camper e motorini.

Il 19 Dicembre 2007, la Soprintendente attualmente in carica per le province di FI, PT e PO, architetto Paola Grifoni, presenta alla stampa un progetto per il restauro e la riqualificazione del Giardino delle Ex Scuderie Reali della Pace. Nella presentazione del progetto, viene dato ampio risalto alla dichiarazione della Soprintendenza “via le auto dal giardino”, raccolta con enfasi da tutti i mezzi di comunicazione; l’Agenzia ANSA del 19 Dicembre riporta testualmente “…riavrà la sua identità di monumento storico e di pregiata area verde, il Giardino delle ex Scuderie Reali di Firenze….”
Però, durante le vacanze di Natale, una squadra di solerti operai, abbatte completamente una parte del muro storico e della cancellata che separa, nella parte alta del giardino, Via Madonna della Pace dalle Ex Scuderie Reali e, in pochi giorni, viene aperto un passo carraio come nuovo ingresso al parco. Betoniera dopo betoniera, ruspa dopo ruspa, il verde della parte alta del Giardino ha cominciato a lasciar posto a cemento e pavimentazione.


Foto sopra: veduta della parte alta del Giardino delle Ex Scuderie Reali e della Chiesa della Madonna della Pace all’esterno del parco prima dell’inizio dei lavori.



Foto sopra: veduta del risultato dell’intervento di “riqualificazione”

Anche se nel cartello del Ministero dei Beni Culturali e del Paesaggio si dichiara che si tratta di lavori di restauro, in realtà nella parte alta del Giardino, è stato realizzato un parcheggio con una gettata ex novo che copre un’area di verde pubblico in maniera irreversibile, intervento quindi assolutamente non di restauro in quanto non “effettuato ai fini della conservazione del bene”. A parcheggio ormai ultimato, è veramente difficile accettare la dichiarazione della Soprintendenza che afferma che l’intervento “…non altera la percezione dei luoghi…” .
Il parcheggio, esclusivo e gratuito, è riservato alle auto dei dipendenti della Soprintendenza e di tutti coloro a cui l’ente rilascerà i permessi di sosta (espositori di Boboli, ospiti delle manifestazioni delle Pagliere, artisti dell’Opera Festival, etc), più camion, mezzi pesanti, gru e furgoni per i servizi di Boboli.
Le tante persone, fiorentini e turisti, che si troveranno a percorrere l’antica passeggiata ideata dall’architetto Poggi, camminando sereni tra lecci e castagni, s’imbatteranno in un fitto parcheggio, tra auto e camion in movimento e scarichi di marmitte. Questo sarà anche il panorama di cui potranno godere i turisti che si troveranno a visitare il giardino di Boboli al di là della recinzione.

Si ricorda che tutto questo avviene in un Giardino Storico, dichiarato di interesse culturale con D.M. del 25/10/ 1986, sottoposto a tutela ai sensi della Legge 1089/1939, e protetto sia come bene culturale che ambientale. Inoltre, l’articolo 146 del D.Lgs. 42/2004 – “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” - stabilisce che: “ I proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili e aree sottoposti a tutela…(omissis).. non possono introdurre modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione.”
Anche l’area che la Soprintendenza ha convertito in parcheggio è parte integrante e indivisibile del giardino, come indicato nella cartografia storica di Firenze e nelle mappe dell’architetto Giuseppe Poggi. Infine, la Carta dei Giardini Storici, che definisce i parchi come “monumenti viventi”, ne vieta la separazione dal suo intorno ambientale e la realizzazione di modifiche dannose per l'equilibrio ecologico quali infrastrutture sia interne che esterne (canalizzazioni, sistemi di irrigazione, strade, parcheggi, sistemi di custodia, di coltivazione, etc.).

Per avere informazioni, documentazione tecnica e fotografica scrivere a: comitatobobolino@libero.it

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