L’ARCH. BARTOLONI, “QUADRA”, LA POLITICA DI OGGI E DI IERI:
LA RESA DEL PUBBLICO E IL CONFLITTO DI INTERESSI
L’interrogazione del consigliere comunale Donzelli, insieme alle risposte elusive di Biagi circa gli incarichi dati dal Comune a Riccardo Bartoloni e Alberto Formigli (indagati per corruzione nell’inchiesta sul complesso residenziale Dalmazia), rendono palese l’intreccio di interessi tra l’Amministrazione e i costruttori in questa città. Vale anche la pena di guardare indietro, verso il periodo nel quale sono state poste le basi del “sistema” attuale.
Nel 1995 la Giunta Primicerio, appena insediata, manifesta la volontà di modificare sia l’impianto normativo che le previsioni cartografiche del Piano Vittorini adottato nel 1993 dalla Giunta Morales, pubblicato e “osservato” da cittadini, associazioni, Ordini professionali ecc. e controdedotto dagli Uffici. La Giunta decide così di non utilizzare quanto già predisposto, ma di procedere a nuove controdeduzioni.
Con l’Ordinanza 08433/95 viene costituito un gruppo di lavoro per la revisione delle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale, il cui risultato verrà utilizzato per le nuove controdeduzioni alla normativa. Al posto dei principali referenti del gruppo di lavoro sulla normativa istituito dall’amministrazione precedente (tutti dipendenti del Comune), compaiono qui per la prima volta anche esponenti degli Ordini professionali: l’arch. Bartoloni e l’arch. Iodice per l’Ordine degli Architetti e l’ing. Caliterna per l’Ordine degli Ingegneri.
Il fatto è drammaticamente grave non solo perché rende esplicito l’abbandono della politica di riqualificazione degli uffici comunali, portata avanti fino ad allora come condizione preliminare del primato del controllo pubblico rispetto alle pressioni private, ma soprattutto perché il Comune chiama a modificare le norme proprio quei professionisti che avrebbero dovuto sottostarci. E’ così che le norme (che da allora consentono la realizzazione degli interventi edilizi che tutti possono giudicare) sono state rese più “malleabili”, e le maglie degli interventi ammissibili sono state allargate!
Si tratta, insomma, del primo passo verso la progressiva abdicazione delle prerogative dell’ente pubblico in favore degli interessi privati.
Il conflitto di interessi è palese: gli estensori delle norme del Piano Regolatore sono stati i liberi professionisti degli Ordini professionali. Bartoloni, Iodice e Caliterna (sarebbe interessante sapere se c’era anche Formigli) si sono approvati le loro stesse osservazioni al Piano.
Si capiscono allora l’imbarazzo e le goffe risposte di questi giorni dell’assessore Biagi, il quale, in un disperato “catenaccio”, riesce solo ad affermare che la consulenza di Bartoloni per il piano era a titolo gratuito. Come se questo liberasse dal conflitto di interessi, e quasi dovessimo ringraziare Bartoloni per la prestazione “disinteressata”.
In una politica sana, a questo punto, con un inchiesta della magistratura in corso, si sarebbero avute, con naturale immediatezza:
- le dimissioni di Formigli da capogruppo del PD in Consiglio comunale;
- le dimissioni di Biagi da Assessore all’urbanistica;
- le dimissioni di Bartoloni da Presidente dell’ordine degli architetti di Firenze.
Questo non è ancora accaduto: PERCHE'?
E’ questo il senso della "nuova politica" del Partito Democratico,
dei suoi uomini di punta e di apparato
e dei suoi alleati?
Non solo i cittadini, ma le ragioni stesse della democrazia e del rispetto delle regole richiedono che il Consiglio comunale istituisca al più presto una commissione consiliare di inchiesta che faccia piena chiarezza su tutta la vicenda.
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