mercoledì 25 giugno 2008

Sul piede di guerra per salvare le colline di Fiesole

da "055news.it - L'occhio sulla città"

Erano compatti e agguerriti i circa quaranta manifestanti che nel pomeriggio di giovedì 19 giugno di fronte alle famose cave di Maiano hanno voluto far sentire la propria voce per protestare contro la realizzazione della strada Borgunto-Maiano, la cosiddetta "scorciatoia di Maiano".
Gli amanti della zona collinare che circonda Fiesole, conoscono bene la pittoresca stradetta sterrata che proprio da Maiano, lambendo parte della valle del Mensola, si congiunge con la località Borgunto.
Un percorso oggettivamente affascinante, che da sempre è appannaggio di appassionati di camminate e di mountain-bike. Addirittura decantato, nell’ottocento, da molti, illustri visitatori stranieri, fra cui la stessa regina Vittoria.
Motivo della protesta, organizzata dal comitato "San Salvi chi può" in collaborazione con altri comitati dell’Area fiorentina, è che ormai da tempo il comune di Fiesole accarezza insistentemente l’idea di trasformare l’attuale stradina in una vera e propria strada, asfaltata e di notevole scorrimento, che diverrebbe a tutti gli effetti una "tangenziale" per alleggerire il traffico di Fiesole. Verrebbe di fatto "stuprata", con l’immaginabile trambusto e inquinamento, quella parte di paesaggio – compreso un lato di Monte Ceceri – che da secoli ha mantenuto un proprio delicato equilibrio di fauna e flora.
«Purtroppo sono già state approvate alcune varianti al piano urbanistico – ci ha detto Paolo Celebre, del coordinamento dei comitati fiorentini – e l’ultima parola spetterà alla provincia, che se in un primo tempo aveva opposto delle riserve adesso sembra cedere a forti pressioni. Abbiamo il sospetto che alla base ci siano potenti interessi economici intrecciati fra più soggetti, fra cui i conti Miari Fulcis dei Principi Corsini».
I nobili in questione sono i proprietari di tutta la zona in cui dovrebbe essere realizzata la via di comunicazione, e posseggono fra l’altro il magnifico complesso agrituristico della Fattoria di Maiano. Nell’area sorge anche Villa Peyron (della fondazione "Parchi monumentali Bardini e Peyron" di proprietà dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze) e per questo i manifestanti sospettano che «ai conti e non solo a loro faccia comodo, per valorizzare le proprie attività, che venga costruita una strada in piena regola da queste parti».
Sembrerebbe poi che questa situazione sia già viziata da qualche illecito, poiché da un anno a questa parte i suddetti nobili proprietari della zona hanno sistemato dei cancelli – senza averne diritto – in più punti della strada sterrata: benché sanzionati civilmente per questo reato, non hanno ancora rimosso le barriere. E, per soprammercato, hanno anche "cancellato" i segnali del CAI che legittimamente indicavano i percorsi escursionistici che caratterizzano quelle aree. La questione sembra quindi destinata ad andare avanti ancora a lungo e i comitati – che sono decisi a vendere cara la pelle – si sentono traditi anche dalle forze politiche: solo Rifondazione Comunista è con loro.
Fra i tanti interrogativi infine si chiedono perché il piano di fattibilità, che in un primo momento aveva bocciato l’ipotesi incriminata per motivi idrogeologici, adesso sia stato riveduto e si presenti più possibilista: «Forse gli interessi economici hanno anche il potere di intervenire sulla natura impedendo frane e smottamenti?».

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