SAN SALVI A FIRENZE TRA RICHIESTA DI ORDINE E SPECULAZIONE IMMOBILIARE
Le proposte del Comitato San Salvi chi può
In questi
ultimi giorni il dibattito sul destino del Parco di San Salvi è tornato di
grande attualità, soprattutto in chiave securitaria. La proprietà e alcuni
cittadini, denunciando lo stato di
incuria dell’area, di cui sono responsabili unici REGIONE – ASL – COMUNE,
fanno riaffiorare le proposte di lottizzare per residenze private, se non
addirittura per strutture turistico ricettive ad esse assimilate, i
padiglioni più pregiati del complesso di San Salvi.
In un
articolo apparso sulla Nazione il 6 ottobre il direttore
dell’ASL, Paolo Morello, annuncia la decisione di chiudere di fatto ai cittadini l’area di
San Salvi, tranne che per coloro che lavorano e studiano al suo interno, che
saranno ammessi dopo debita "identificazione" ai cancelli da parte di
nuovi vigilanti. Ciò varrà anche per i bambini e le loro mamme diretti alla
scuola elementare “A. Del Sarto”, che "dovranno qualificarsi" per varcare
il cancello di ingresso.
Per
giustificare questa “serrata” si evocano ragioni di ordine pubblico e
di tutela, le quali, se effettivamente comprovate, possono al massimo
giustificare una sorveglianza più accurata su casi anomali e sospetti che possono
verificarsi nel perimetro di San Salvi, ma non certo legittimano l’interdizione
del parco ai cittadini, certamente
incolpevoli del degrado (cattiva manutenzione e abbandono) che caratterizza
questo grande e prezioso polmone verde, causato piuttosto dall’inerzia
pluridecennale delle istituzioni preposte. Un parco storico che il Piano
Strutturale del Comune di Firenze destina a parco pubblico del Quartiere 2, e
che, come tale, dovrebbe essere fruibile in ogni momento della giornata da parte
di tutti i cittadini. La chiusura di San
Salvi, a nostro avviso illegittima, viene invece motivata da Morello al fine
di “qualificare e rivitalizzare"
quest'area "che abbiamo deciso di
non vendere”.
Il fatto
paradossale e incredibile di questa affermazione è che viene prontamente
smentita dal medesimo direttore generale, che sconfessa se stesso in un articolo sempre
del 6 ottobre, questa volta sulle colonne del Corriere Fiorentino, dove (malgrado
tutte le smentite uscite nei giornali nei mesi recenti) si annuncia la vendita di due
padiglioni interni al complesso monumentale e del grande edificio di “villa
Panico”, come in parte previsto dal contestatissimo Piano Urbanistico Esecutivo
approvato nel 2007.
Due giorni
dopo, l’8 ottobre, dalle colonne di
Repubblica, i vari soggetti provano a mettere ordine nel bailamme creato
confermando la vendita dei padiglioni destinati a residenza, anche tramite
l’onnipresente Cassa Depositi e Prestiti o i salvifici (di se stessi) Fondi
privati internazionali, contraddicendo anche le recenti proposte scaturite dal
Processo Partecipativo su San Salvi.
Un
sospetto emerge, e cioè che tutto questa
voglia di vigilanti e sbarre abbassate possa servire a confortare gli eventuali
acquirenti, che a San Salvi non si scherza, le istituzioni sono presenti e
che i futuri acquirenti della classe medio alta possono guardare con serenità il
futuro. Governo dell’ordine pubblico in
funzione speculativa!
A dir la
verità ci saremmo aspettati ben altro dalle istituzioni che dovrebbero
rappresentare l’interesse dei cittadini.
Il nostro
Comitato propone, con procedura d’urgenza, di elaborare e pubblicizzare un
PIANO
STRAORDINARIO DI RECUPERO AMBIENTALE ED URBANISTICO dell’area
che si fondi su alcune opzioni non negoziabili:
·
mantenimento
della proprietà pubblica di
tutta l’area di San Salvi;
·
le residenze
annunciate non devono avere carattere speculativo ed
esclusivo, ma è
necessario prevedere forme di residenza sociale (vedi le numerose tesi di
Architettura): cohousing, residenze temporanee,
residenze per giovani coppie, autorecupero, ossia interventi a basso costo e in
grado di alleggerire la domanda emergenziale di residenze;
·
convocazione
di una conferenza allargata
dei soggetti istituzionali e non, per definire le priorità dell’azione di
rinascita dell’area e contemporanea elaborazione del Piano
Straordinario di
Recupero e conseguente avvio dei lavori di riordino dell’area con gli
obiettivi di conservare la memoria dell’ex manicomio,
valorizzare la vocazione collettiva e sociale dell'area, salvaguardarne il
valore squisitamente ambientale.
San Salvi deve diventare una priorità, sin da subito l’area deve
essere resa agibile e ben curata, va ripulita e il verde deve avere l’attenzione
necessaria, non abbiamo bisogno di guardie giurate ma di personale strutturato
all'interno di un PROGETTO DI CURA
PERMANENTE DEL PARCO, per permettere ai cittadini di frequentare e
riappropriarsi di questo straordinario polmone di verde e di quiete
urbana.
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