SAN SALVI: VITE DI SCARTO
e direzione sanitaria fantasma
E’ da anni che ormai denunciamo il grave stato di abbandono e di degrado dell’ex ospedale psichiatrico di San Salvi, delle sue strutture edilizie, del sistema del verde storico del Parco, e non ultimo, dello stato di assoluto deterioramento di alcuni padiglioni che ospitano, in residenza protetta, sia gli ultimi ricoverati dell’ospedale (con 40 – 50 anni di reclusione) che i nuovi assistiti.
In un recente articolo, Maria Cristina Carratù ha riportato drammaticamente all’attenzione della città le gravi condizioni di sopravvivenza di queste persone: “Un monumento alla decadenza, all’indecisionismo, alla pulsione allo spreco: reti sfilacciate alle finestre, intonaci a pezzi, dentro e fuori, soffitti e muri quasi marci da cui gronda acqua quando piove, fili elettrici a vista, pavimenti rammendati con passate di cemento e mattonelle trovaticce. Di fronte, quasi a spregio, l’edificio perfettamente ristrutturato degli uffici della ASL”.
Addirittura si arriva ad ammettere che il padiglione dei ricoverati di fatto è “privo dei requisiti minimi necessari per l’accreditamento come struttura psichiatrica fissati dalla Regione Toscana”, giustificando tale deprecabile situazione con una generica “confusione gestionale” dovuta a perversi intrecci normativi “motivo per cui ogni risanamento è stato sempre rimandato”.
La considerazione della ASL per questa persone, a cui la vita e la società non hanno risparmiato sofferenze e dolori, non ha bisogno di commenti. I fatti parlano da soli ed evocano situazioni e ricordi che una società cosiddetta civile e le sue istituzioni non dovrebbero mai più tollerare. Questa indecente incuria si è incrementata anche negli anni in cui Marroni era dirigente dell'ASL fiorentina e Rossi assessore alla Sanità toscana. Attualmente il primo è assessore alla Sanità toscana e il secondo presidente della Regione....
Ancora una volta siamo di fronte a pesantissime carenze gestionali da parte delle amministrazioni pubbliche responsabili dell’intera area. Ormai l’abbiamo capito: per l’ASL, il Comune e la Provincia lo straordinario Parco di San Salvi è solo un peso ingombrante di cui vorrebbero liberarsi al più presto offrendolo al primo speculatore che viene a tiro, nel frattempo donne, uomini, cose, possono andare in malora. E non è un caso che Renzi, Rossi, Marroni da anni recitino il mantra ossessivo della svendita di San Salvi, mentre non sono in grado di approntare uno straccio di progetto che recuperi e potenzi le straordinarie qualità architettoniche e ambientali dell’area.
Non possiamo più sopportare questa latitanza degli amministratori. In questi anni non sono certo mancate le proposte, da quelle della Fondazione Michelucci a quelle dell’Università, del nostro Comitato e dei cittadini nelle assemblee di base: San Salvi potrebbe diventare un centro di eccellenza internazionale nel campo della Psichiatria, potrebbero essere riorganizzati i servizi sanitari a scala urbana e di quartiere, razionalizzando anche le spese dell’ASL, potrebbero essere avviate forme di edilizia sociale, di autorecupero, di cooperative edilizie con giovani operatori, rispondendo in maniera efficace alla fame di abitazioni e di lavoro che imperversa in città, potrebbe essere riorganizzata la colonia agricola e la formazione di orti urbani e di un mercato contadino a disposizione del quartiere, si potrebbero coinvolgere i cittadini nella formulazione delle proposte affidando loro anche la gestione o la manutenzione del sistema del verde e degli spazi pubblici.
Grazie a queste potenzialità San Salvi potrebbe diventare un Laboratorio di sperimentazione urbana a livello europeo con un costo sicuramente inferiore e molto più produttivo dello sperpero di danaro pubblico "in quel fare e disfare inconcludente" di ASL e amministratori pubblici, capaci solo di tagliare servizi e opportunità per i cittadini.
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