giovedì 8 luglio 2010

L’INCUBO DEL “TRUMAN SHOW” ALLE PORTE DI FIRENZE

ELLERA – FIESOLE
L’INCUBO DEL “TRUMAN SHOW”
ALLE PORTE DI FIRENZE










I viandanti che percorrono la Via aretina sulla riva destra dell’Arno, da Compiobbi alle Falle, ed anche oltre, sono accompagnati dall’imponente visione della Villa Guadagni.

Essa è il centro visivo di un grandioso anfiteatro di colline digradanti dolcemente verso l’Arno, un vero e proprio “parco protetto dal buon senso”, rimasto per nostra fortuna quasi intatto.
Edificata nelle eleganti forme attuali da Gherardo Silvani alla fine del ‘500, essa ha una storia molto più antica: era infatti “casa da signore” dei Pazzi, confiscata dai Medici dopo la fallita congiura antimedicea, e prima ancora una torre medievale, o fors’anche etrusca, posta a guardia del guado dell’Arno.
Alta sul suo poggio, ornata da uno splendido parco con viali di cipressi plurisecolari, essa forma con le terre circostanti e le antiche case di Ellera un continuum, un microsistema originale, preservatosi miracolosamente, attraverso i secoli, come documenta la bella incisione dello Zocchi.

Ora, il piano di edificazione privata Rangoni – Calamai prevede sul terreno della villa una dozzina di villette a schiera, di tre piani fuori terra, quindi alte dai 10 ai 12 metri, primo gruppo di altre future lottizzazioni, già annunciate.

Così, il comune di Fiesole, invece di tutelare questo prezioso bene paesaggistico, che può essere una risorsa culturale e anche economica per la collettività, permette che sia soffocato, tanto da renderlo quasi invisibile, e banalizzato da piani di edilizia non conforme alla storia locale.



Le costruzioni sono curate dal noto Gruppo Spagnoli, per comprendere la portata dell’intervento invitiamo a visitare il sito:

1 commento:

Anonimo ha detto...

Coloro che amministrano il territorio, bene comune fra i più importanti, come l'acqua e l'aria, dovrebbe avere la conoscenza e la formazione adatta per farlo, conoscere: la geografia, la botanica, la zoologia, l'ecologia dei sistemi complessi, la storia umane e la storia dell'arte. Avere quindi una formazione culturale capace di capire e vedere nel territorio le emergenze da proteggere e da valorizzare e non solo essere un politico (ignorante sull'ambiente), che ubbidisce alle pressioni del mercato e della speculazione, cieco e sordo davanti alle vere esigenze dei cittadini. Di amministratori così siamo pieni e non sappiamo più che farcene. Hanno distrutto tanta parte di questa nostra l'Italia e non sazi ancora di potere insistono nello scempio. Hanno consumato tutto il territorio con il cemento e distrutto il bene primario "il paesaggio italiano". Adesso è il momento di cambiare, prima che sia troppo tardi.