venerdì 26 marzo 2010

APPELLO A TUTTI COLORO CHE HANNO A CUORE LE SORTI DI FIRENZE

Segue il testo dell'appello. Per aderire inviare una mail a comitatosansalvi@email.it
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L’ex complesso manicomiale di San Salvi a Firenze è costituito da padiglioni simmetrici collegati da strade, camminamenti sotterranei e aerei immersi nel parco storico con alberi centenari di alto fusto di pregevole valore naturalistico e ambientale. Aperto nel 1891, era stato progettato da architetti e psichiatri insieme, collaborazione questa che conserva la sua straordinarietà anche nel presente, in cui mai è prevista per analoghi istituti. Complesso architettonico e parco erano concepiti come un tutto organico già di per sé idoneo alla cura dei folli, secondo concezioni che allora ne facevano un istituto di rilevanza europea. A tutt’oggi costituisce testimonianza storica irrinunciabile per la storia della medicina e della psichiatria nelle sue intenzioni di eccellenza come nelle terribili e degenerate realizzazioni, produttrici di umane sofferenze che non è lecito dimenticare, distruggendo di fatto i luoghi che ne sono stati teatro.

L’area attualmente appartiene per il 70 p.c. all’ASL, per il resto al comune e alla Provincia. Con la chiusura dei manicomi conseguente alla legge 180 del 1978, i padiglioni vengono progressivamente liberati e adibiti dall’ASL secondo le contingenze, senza nessun progetto complessivo di recupero dell’area, né in funzione dei pazienti ancora ospitati nelle strutture protette né del quartiere. La scarsa manutenzione sia degli edifici che del parco ha permesso il deterioramento dell’insieme, aggravato dall’uso a parcheggio di tutti gli spazi interstiziali, con pregiudizio del patrimonio arboreo.

Nel 1997 la Fondazione Michelucci elabora un interessante piano di recupero per tutta l’area, di cui nessuna amministrazione ha tenuto il benché minimo conto.

Nel 1999 il Comune invece approva il Piano di Settore sociosanitario dell’ASL, che prevede la lottizzazione per alcuni edifici di San Salvi, aprendo così alla frantumazione dell’insieme. Eppure quel complesso ospedaliero per la sua importanza era stato sottoposto a vincolo di tutela nel 1993 dall’allora ministro per i Beni Culturali e Ambientali Ronchey, sulla base dell’art.4 della legge 1 giugno 1939, n. 1089.

Nel luglio 2002 si arriva al Piano Guida per San Salvi. In esso il consiglio comunale dichiarava di aver deliberato in conformità con quanto era stato prospettato dal predetto Piano di Settore sociosanitario. In realtà quest’ultimo richiedeva la lottizzazione di 5 edifici. Nel Piano Guida pur dichiarato conforme al Piano di Settore gli edifici erano diventati 13, ben 8 in più. Il Comitato “San Salvi chi può” allora denunciò l’irregolarità della procedura con un esposto alla Procura.

Come oggi si sa l’operato della Giunta comunale di allora, essendo sindaco Domenici, è indagato dai magistrati fiorentini per connivenze col malaffare, in contrasto con le sue funzioni di buona amministrazione della città e dei suoi abitanti. Non sono state un caso le dimissioni degli assessori Biagi e Cioni e di qualche consigliere comunale come Formigli. Non pare nemmeno un caso che nel Piano Strutturale predisposto per incarico di quella Giunta (e mai potuto nemmeno votare in ragione di quelle indagini) San Salvi, parco secondo per dimensione solo alle Cascine, sia declassato ad area edificabile, sottratta quindi al sistema del verde urbano.

Nel 2007, nonostante le Osservazioni dei cittadini,delle associazioni ambientaliste, dei comitati e di alcuni docenti di Architettura, al Consiglio Comunale ha approvato il Piano Urbanistico Esecutivo (PUE) per San Salvi che, salvo per alcune modifiche utili ma non sostanziali, confermava la frantumazione del complesso con la cessione a privati di poco meno di un terzo del parco.

In questi ultimi mesi del 2009 e primi del 2010 dalla stampa si ha notizia che l’ASL vuole liberare alcuni edifici e trasferire altrove i loro ospiti per realizzare più di 100 milioni di euro dalla vendita di San Salvi.

Il sindaco Renzi annuncia che vuole acquistare l’intero complesso per fare cassa rivendendolo con destinazione a residenze private: si andrebbe così ben oltre anche al PUE del 2007.

Di fronte a questi propositi di annientamento questo Comitato

SI APPELLA

a tutti coloro che amano Firenze perché si mobilitino e impegnino il Consiglio Comunale e la Giunta a mantenere l’unitarietà dell’area e a riconsegnarla alla collettività assecondandone la vocazione ecologico-naturalistica, il valore storico e culturale, le potenzialità sociali.

Occorre fermare le speculazioni di ogni tipo e le girandole di trasferimento di personale e ospiti protetti in costruzioni che comporterebbero sprechi di denaro pubblico ( 3.850 000 euro solamente per spostare la residenza protetta “I Girasoli”!!! e quanto si spenderebbe per smontare e rimontare altrove i delicatissimi strumenti del Servizio di Analisi e Medicina del Lavoro?) mentre vengono tagliati in ogni capitolo i fondi per la salute dei cittadini;

occorre potenziare gli istituti esistenti, come la preziosa biblioteca Chiarugi ( a cui viceversa l’ASL taglia i finanziamenti in modo pesante) in cui ricollocare unitariamente gli archivi dell’ex manicomio sparsi per la città.

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