giovedì 21 gennaio 2010

Estensione del dominio della manipolazione dall'azienda alla vita privata


Nell'epoca della "fine delle ideologie"(!) si è imposta nel lavoro l'ideologia che fa di esso l'unica ragione della propria realizzazione umana. Non più sfruttamento di tipo fordista, ma conversione di lavoratori e lavoratrici al credo neoliberista dell'autonomia, della responsabilità di ciascuno del proprio successo, del dedicare tutti se stessi al proprio lavoro. Questo credo viene diffuso con stages, aggiornamenti, formazione....è indifferente alle proprie patenti contraddizioni, intende creare autosfruttamento, competizione, rottura delle solidarietà, adesione cieca agli obbiettivi che il management sceglie per il profitto degli azionisti. Michela Marzano, 39 anni, laureata a Pisa in filosofia, cervello in fuga dall'Italia assunto dall'università Descartes di Parigi, analizza le caratteristiche di questa ideologia che si estende a plasmare tutta la vita di chi ne è avviluppato. Il suo libro, intitolato "Estensione del dominio della manipolazione dall'azienda alla vita privata", traduz. dal francese di Beatrice Magni, Mondadori 2009, mette a fuoco il rapporto tra l'ingranaggio che produce profitti e la soggettività delle singole rotelline che lo fanno funzionare. Un punto di vista che il sindacalismo tradizionale mi pare trascuri mentre quello più nuovo non ha materialmente il tempo di fermarcisi. In Francia i managers sono stati contestati assai più efficacemente che qui da noi, evidentemente sono stati individuati dai lavoratori come anello forte della catena di assoggettamento. Non solo Marzano, anche altri studiosi francesi si sono occupati di queste caratteristiche del sistema odierno dei lavori, lei ne cita diversi in bibliografia. Evidentemente quando ci sono situazioni di lotta agli intellettuali si aprono possibilità d'indagine che li fanno uscire dal silenzio. (F.G.)

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