martedì 24 giugno 2008

Assessore Conti, ci ripensi.

Riportiamo il comunicato stampa dell'assessore regionale Conti sulle nuove forme di partecipazione alla vita pubblica, che tanto lo infastidiscono.
Vorremmo chiarire che i comitati non sono gruppi di marziani o di provocatori di professione, e tanto meno sono sono animati da forme di egoismo di tipo localistico di cui spesso sono accusati impropriamente.
Sono semplicemente una moltitudine di cittadini, esasperati ormai dall'indifferenza dei propri amministratori, che difendono il diritto personale e collettivo ad un'esistenza degna di questo nome, rifiutano la violenza dello sviluppo economico a tutti i costi, chiedono di essere ascoltati e non dileggiati.
Caro assessore, ci ripensi,

cordiali saluti.
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Dibattito a Capalbio sul modello urbanistico con l’assessore Riccardo Conti
domenica 01 giugno 2008

«I comitati espressione di una nuova cultura del NO»
La Toscana non è il lecca-lecca della facile polemica per nessuno

«C’è una nuova forma della cultura di destra, si chiama “non nel mio giardino”. E’ la cultura del rifiuto, del no a tutto, e alcuni comitati fanno parte di questa cultura, con cui peraltro dobbiamo confrontarci». Riccardo Conti, assessore regionale al territorio, inquadra così lo scontro che ha fatto diventare la Toscana un caso nazionale per alcune scelte urbanistiche e di gestione del territorio, nel corso di un dibattito svoltosi ieri sera a Capalbio, presenti il senatore Roberto Della Seta e l’onorevole Luca Sani insieme al sindaco Lucia Biagi.
«La Toscana viene proposta troppo spesso come il lecca-lecca della polemica, ora si è aggiunto anche il ministro Bondi, appena insediato, riprendendo il tema di Monticchiello. Lì le forze di governo del centro-sinistra hanno preso il 74 per cento alle ultime elezioni, forse l’intervento del ministro le farà crescere di un altro dieci per cento. Ma a parte le battute – ha aggiunto Conti – noi rifiutiamo il ruolo del lecca-lecca per far parlare il protagonista del momento sugli organi d’informazione. Noi lavoriamo per fare tutela facendo sviluppo, e sviluppo facendo tutela. Non possiamo ingessare una società dove apparentemente le città si svuotano di residenti, ma dove si mantiene una domanda di abitazioni per la crescita di una parallela società di residenti invisibili come masse di studenti fuori sede o immigrati che creano le basi per questa nuova società multirazziale. E anche a chi è andato a vivere fuori, dobbiamo consegnare gli strumenti per spostarsi in tranquillità e velocemente, creando i sistemi di trasporto pendolare, in particolare quelli su ferro che dovranno portare nei prossimi cinque anni da 250mila a 500mila i toscani a bordo dei treni. Per questo – ha concluso l’assessore – occorre puntare ad uno sviluppo che è recupero della tradizionale coesione sociale che caratterizza la nostra cultura, e risposta alle nuove esigenze sociali».

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